Dato che mi hanno chiesto di svolgere l’Omelia nella Celebrazione del Funerale di don Domenico Cascasi, ho ritenuto opportuno evidenziare sul sito IGS e delle Ancille alcuni spunti di riflessione che intendo proporre per coinvolgerle da subito e anticipare loro un momento della Celebrazione, ma soprattutto per ringraziare più vivamente il Signore per il grande dono che don Domenico è stato per tutta la Famiglia paolina, ma anche e soprattutto per l’IGS, ISF e le Ancille.

Normalmente non scrivo e non leggo le Omelie, perché preferisco comunicare con il cuore anche se poi lo stile non risulta del tutto brillante e lineare. Ma le prego e le rifletto molto a lungo come ho fatto anche questa volta: sono stato parecchio tempo in Cappella davanti al Santissimo…

Devo ancora precisare che nei funerali di solito preferisco non parlare della vita della persona, soprattutto se la conosco: dato che le voglio bene sono convinto che un modo di manifestarle la personale benevolenza sia proprio mettere in evidenza ciò che la grazia del Signore ha operato nella vita della persona defunta, più che delle sue tappe e vicende particolari di vita.

Ma con don Domenico sento profondamente di dover fare un’eccezione e comprenderete il perché, precisando subito, per evitare che alcune persone presenti avvertano un po’ di disagio per il grande positivo e il bene che evidenzierò, che don Domenico è stato come tutti noi, alla luce del messaggio della Prima lettura ascoltata (2Cor 4, 8-18), “vaso di creta” con tutti i suoi limiti umani e temperamentali, compresa una forte testardaggine nel difendere alcune sue idee e nel portare avanti e realizzare alcuni progetti. E c’è da dire che spesso aveva ragione e quando invece le sue idee risultavano non sempre valide, sapeva ammetterlo e riconoscerlo. Ma non possiamo non evidenziare che il “tesoro” della grazia di Dio, del sacerdozio, del carisma paolino lo ha avvolto, coinvolto e stravolto positivamente, realizzando nella sua vita tante opere di bene per la San Paolo, per la formazione degli Aspiranti paolini a Vicenza, per i Cooperatori Paolini, per l’IGS, l’ISF, le ANCILLE, per tutta la Famiglia Paolina, per la Chiesa.

Comincerei dal bene che ho ricevuto personalmente: sono stato chiamato a succedergli nella responsabilità di animazione dell’IGS e veramente ho sperimentato il dono, direi miracolo e grande miracolo, di essere stato presentato a tutti i membri IGS, da subito, con fraterna e sincera stima. Questa piena fiducia è durata fino alla sua dipartita, non solo sostenendomi, incoraggiandomi e consigliandomi con trepidazione e rispetto, ma coinvolgendosi in concreto in varie iniziative. E’ chiaro che mi ha arrecato tanto del bene e ha favorito una dedizione più fiduciosa e feconda nel servizio di animazione dell’IGS.

Da parte mia ho avuto modo di coinvolgerlo nel portare avanti alcuni progetti: soprattutto d’accordo con don Roberto (ISF)  nel nominarlo, responsabile dell’equipe per un Convegno su don Stefano Lamera. Ho chiesto vari contributi per articoli su varie tematiche che ha svolto con competenza e brillante intelligenza; ha continuato a partecipare, per quanto gli era e gli è stato possibile, ai  numerosi Ritiri nelle varie zone e a Corsi di Esercizi IGS.

Da parte mia ho veramente sempre gioito (e sento di ribadire che si tratta di un miracolo) del fatto che molti sacerdoti IGS facessero riferimento anche a lui dopo la mia nomina, perché molto stimato da tutti per la sua umiltà, positività e ricchezza di contenuti. Ha colpito positivamente tutti i membri IGS e anche i membri ISF questa comunione fraterna, sincera, libera e liberante tra noi due e anche con don Roberto, mettendo in risalto come è veramente rara questa intesa, stima e comunione quando si verificano avvicendamenti di responsabilità.

Ma don Domenico si è distinto anche nel ricercare il bene della San Paolo con scelte concrete di vita, rendendosi disponibile a tutte le richieste che gli venivano rivolte anche se non sempre facili e gratificanti. Ne parlavamo spesso nei viaggi che abbiamo fatto assieme: mi confidava infatti che per il bene della Congregazione non basta limitarsi a rivolgere delle critiche, ma bisogna amarla e fecondarla, rendendosi sempre disponibili a cercare il suo bene, il bene della missione paolina, puntando si ciò che giova e non ciò che piace. Anche perché dalla Congregazione e dalla Famiglia Paolina riceviamo sempre molto di più di quanto riusciamo a dare.

Sappiamo che, dopo il mandato come responsabile IGS, si è reso disponibile ad animare la Cappella san Timoteo a Roma, poi a Catania per animare i vari gruppi della Famiglia Paolina della Sicilia; poi ancora a Santa Giusta in Sardegna con lo stesso compito. Si è reso poi disponibile a svolgere il servizio di Superiore presso la comunità paolina di Vicenza. Terminato il mandato, ha accettato con piena e generosa disponibilità a recarsi a Bari per esigenze di animazione e ministero.

Ma penso che il servizio più importante che don Domenico ha svolto, guidato dallo Spirito del Signore, sia stato quello di vivere e inculcare a tutti i membri dei vari Istituti della Famiglia Paolina la solidità, l’attualità, la ricchezza della spiritualità paolina e del carisma del Beato don Alberione, invitando a riappropriarsi di tutti i mezzi di grazia che ci aveva lasciato (e ci ha lasciato il meglio).

Nelle sue numerosi interventi di animazione, predicazione, articoli sulle nostre riviste ha favorito nei cuori dei membri il passaggio da una religiosità formale di osservanza (che sussisteva in alcuni membri e gruppi) ad una religiosità di comunione mistica apostolica con il Signore vissuta e inculcata da san Paolo e dal Beato don Alberione. Secondo il messaggio del Vangelo di Giovanni (14, 1-11: Vangelo del Funerale) la nostra spiritualità è solida perché fondata su Cristo Divino Maestro Via, Verità, Vita (Parola ed Eucarestia): «Lo Spirito paolino si riduce, in fondo, a questo: vivere integralmente il Vangelo di Cristo, Via, Verità e Vita, come interpretato da San Paolo, sotto lo sguardo di Maria Regina degli Apostoli» (don Alberione: UPS I, 51).

La nostra spiritualità paolina non si riduce ad una dimensione intellettuale di autocomprensione od ad una perfezione interpersonale: Cristo ne rappresenta sempre il punto di partenza, l’itinerario di sviluppo e il punto di arrivo. Cristo non lascia mai le persone così come le trova. La spiritualità paolina rifugge non solo da qualunque forma d’intimismo, ma anche da qualunque chiusura. E’ una spiritualità a finestre aperte, a orizzonti amplissimi; si affaccia con coraggio su tutta la realtà, anche quella negativa, e sa prendere le sue responsabilità di non lasciarsi vincere dal male, ma di vincere il male con il bene (cfr. Rom 12, 21). Spiritualità, perciò, capace di produrre non tanto pratiche di pietà, ma stili di vita che siano risposta ai bisogni del mondo; spiritualità in cui il rapporto con Dio, da esperienza solo individuale diventa esperienza che passa attraverso un rapporto con le persone, perché proprio la comunione fraterna sarà l’elemento peculiare di una genuina spiritualità e della vera santità.

Evidenziando la considerazione di sopra assolutamente non bisogna pensare che don Domenico non abbia vissuto e testimoniato una vita di fede e di preghiera intensa. Chi lo ha conosciuto ha avuto molto di apprezzare i tempi necessari che sapeva dedicare alla preghiera, ricercandone soprattutto la qualità. E’ risaputo il suo amore per la Parola di Dio: la meditava a lungo, gustandola attentamente, leggendo anche l’originale in greco che conosceva. Ed si è sempre distinto nel proporre riflessioni sulla Parola stimolanti, sagge e profondamente sentite.

Non posso non evidenziare, prima di concludere, il bene che don Domenico ha manifestato per l’Associazione delle Ancille: non solo per la sua brillante e continua animazione nei numerosi Ritiri ed Esercizi a loro predicati, non solo per aver sostenuto Amalia assieme a don Furio per la loro animazione, ma soprattutto per aver contribuito a scoprire come il loro carisma e la loro preziosa e attuale vocazione e missione di madri spirituali per i sacerdoti era stata pensata, pregata, voluta dal Beato don Alberione. Al riguardo ha scritto vari articoli che ora sono a disposizione di tutti e che ha molto contribuito a rallegrare tutte le Ancille, rendendole profondamente più grate al Signore per il dono ricevuto nella loro vita…

Inoltre mi ha sollecitato fraternamente e intensamente che realizzassi anche per le Ancille un bel Sito www.ancilledonalberione.org: e sono contento di averlo realizzato che lo ha reso molto felice perché interessante, ricco e internazionale.

Caro don Domenico, a nome di tutti i membri IGS, a nome delle ANCILLE e anche a nome di tanti membri dei vari Istituti della Famiglia Paolina, ti ringraziamo vivamente per il dono che sei stato per tutti noi, data la tua risposta fedele al ministero sacerdotale, alla vocazione-missione paolina, al carisma di don Alberione e ai valori vissuti e inculcati da don Stefano Lamera. Prega per noi, per i preti dell’IGS perché sappiano manifestare sempre fedeltà, amore per tutte le vocazioni e per la loro formazione e zelo apostolico, valorizzando tutti i mezzi più celeri, per portare salvezza delle anime. Prega perché si intensifichi la collaborazione tra IGS e ISF. Prega per le ANCILLE perché sappiamo gustare spiritualmente il silenzio, il nascondimento, l’offerta di vita, la preghiera e il servizio concreto per i sacerdoti, soprattutto per la loro santificazione; e che possano diventare più numerose e feconde di bene per i Sacerdoti e per la Chiesa…  

Don Emilio Cicconi ssp   Responsabile nazionale IGS

 

PROFILO  DI DON CASCASI ELABORATO DALLA CASA GENERALIZIA DELLA SOCIETA’ SAN PAOLO

Alle ore 20.50 (ora locale) di venerdì 19 maggio 2023, è deceduto nell’infermeria
della comunità San Paolo di Roma a causa di un arresto cardiocircolatorio

DON DOMENICO PAOLO CASCASI

86 anni di età, 66 di vita paolina, 64 di professione e 61 di sacerdozio

Don Domenico nasce a Cessaniti (Vibo Valentia) il 9 settembre 1936, secondo
di quattro figli, dai genitori Pasquale e Vittoria Limardo.

Entra nella comunità di Roma il 23 settembre 1956. Inizia il Noviziato il 7 settembre
1957, emette la Prima professione religiosa l’8 settembre 1958, assumendo il
nome di Paolo, si consacra definitivamente con la Professione perpetua il 23
febbraio del 1961 e viene ordinato sacerdote il 2 luglio 1961.

Don Domenico inizia la sua attività apostolica come vice-maestro degli aspiranti
a Roma. Nel 1962 passa nella Casa generalizia con l’incarico di Direttore
nazionale dei Cooperatori Paolini, che manterrà fino al 1964, anno in cui
viene trasferito nella Comunità di Vicenza, come insegnante di lettere. Qui vi
rimane per molti anni, pienamente inserito anche nel tessuto diocesano, con
rapporti profondi con alcuni sacerdoti della Diocesi di Vicenza, non ultimi i
due Rettori del Seminario che si sono alternati nel tempo.

Nel 1993 ritorna a Roma con l’incarico di Direttore nazionale dei Cooperatori
Paolini.

Nel 1998 viene nominato Delegato provinciale dell’Istituto Gesù
Sacerdote e Vice-delegato dell’Istituto Santa Famiglia, inserendosi nella
Comunità don Stefano Lamera a Roma. Nel 2004 è riconfermato Delegato
provinciale dell’Istituto Gesù Sacerdote e svolge questo ministero fino al
2013, anno in cui viene trasferito a Catania con l’incarico di animatore della
Famiglia Paolina in Sicilia.

Nel 2015 viene trasferito nella Comunità paolina di
Santa Giusta per animare la Famiglia Paolina in Sardegna.

Nel 2016 è nominato Superiore della Comunità di Vicenza. Terminato questo triennio è trasferito a
Bari, sempre con l’incarico di animazione della Famiglia Paolina.

Nel 2022, per motivi di salute dovuti al Covid-19, viene accolto nell’infermeria di Roma, dove
è rimasto fino alla chiamata definitiva del Signore.

Persona seriamente impegnata nel suo apostolato, don Domenico vi portava
tutta la sua preparazione teologica e letteraria. Disponibile, accogliente,
generoso, pronto al dialogo e, al momento opportuno, alla battuta e all’aneddoto.
Amava lo studio e i suoi interventi erano sempre di spessore. Egli “nutriva”
veramente la mente, fedele a quello che diceva Don Alberione: «Piaceremo
al Padre per la vita della mente».

Aveva una conoscenza molto approfondita del Fondatore, con cui ebbe un
vero rapporto filiale. Ricordava spesso un episodio personale, in cui egli aveva
fatto gli auguri a Don Alberione per il compleanno, sottolineando che in futuro
tutti lo avrebbero ricordato come Fondatore, ma il Fondatore gli aveva risposto con serietà e forza:

«Quando capirete che il fondatore è san Paolo e la Congregazione è sua ed io devo scomparire?».

Amava la preghiera, soprattutto la Visita eucaristica quotidiana. Don Domenico ha realizzato nella sua vita tante opere di bene per la Famiglia Paolina, per la formazione degli aspiranti paolini a Vicenza, per i Cooperatori Paolini, per l’Istituto Gesù Sacerdote, l’Istituto Santa Famiglia e l’Associazione “Ancilla Domini”. Forse il servizio più importante che egli ha svolto, guidato dallo Spirito del Signore, è stato quello di vivere e comunicare a tutti i membri dei vari Istituti della Famiglia Paolina la solidità, l’attualità, la ricchezza della spiritualità paolina e del carisma del Beato Giacomo Alberione.

Don Valdir José De Castro, l’allora Superiore generale, nella ricorrenza del 60° anniversario della sua Ordinazione presbiterale così gli scriveva: «Grazie, don Domenico, per il perseverante servizio che hai reso alla Congregazione e per la ricchezza di contenuti che hai donato ai vari membri della Famiglia Pao-lina, anche con i tanti corsi di esercizi che hai guidato».

Il Signore accolga questo nostro fratello che lo ha sinceramente amato e annunciato, mentre chiediamo a lui di intercedere per nuove vocazioni in tut-ta la Famiglia Paolina.

Roma, 21 maggio 2023 Don Vito Spagnolo, ssp

Il funerale sarà celebrato lunedì 22 maggio alle ore 9.30 nella Basilica Regina degli Apostoli e la salma sarà tumulata nel cimitero Laurentino di Roma. I Superiori di Circoscrizione informino le loro comunità per i suffragi prescritti (Cost. 65 e 65.1).