Con una lunga esperienza tra i poveri e i giovani milanesi, il frate cappuccino e biblista raccoglie l’eredità spirituale del popolare confratello. La sua nomina segna l’inizio di un nuovo capitolo per le catechesi davanti al Papa e alla Curia romana durante Avvento e Quaresima
Padre Raniero Cantalamessa, il cappuccino ormai novantenne divenuto un riferimento spirituale in Vaticano e per milioni di italiani, ha tenuto prediche per la Casa Pontificia per oltre quattro decenni, attraversando tre pontificati: Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco. Questo sabato, 9 novembre, segna la conclusione del suo storico incarico, iniziato nel 1980 e caratterizzato da catechesi per il tempo di Avvento e di Quaresima di fronte alla Curia romana. Nel 2020, papa Francesco lo ha onorato con il cardinalato, titolo che Cantalamessa ha accettato con umiltà, scegliendo di mantenere l’abito francescano.
Il testimone passa oggi a padre Roberto Pasolini, anche lui frate cappuccino, con un impegno già radicato nel mondo della pastorale e della carità. Pasolini, che ha 53 anni ed è nato a Milano, è noto per il suo lavoro con i più fragili della società: tra le vie di Milano, nei quartieri vivaci dei Navigli, ha seguito iniziative per i poveri, ha portato conforto ai detenuti e si è dedicato alla distribuzione di cibo per i senza tetto. Ora il Pontefice lo ha scelto per proseguire la tradizione delle catechesi rivolte alla Curia e al Papa, affidandogli così il compito di continuare l’eredità di Cantalamessa in un nuovo capitolo di spiritualità.
Pasolini, ordinato presbitero nel 2006, vanta una carriera accademica di rilievo nel campo delle lingue e della Sacra Scrittura, insegnando oggi Esegesi biblica presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale. La sua formazione si intreccia con un passato curioso: prima di scegliere la vita religiosa, si era dedicato alla tecnologia, un settore di cui conserva una profonda curiosità, con uno sguardo aperto alle nuove frontiere della comunicazione come i podcast e l’intelligenza artificiale. In una recente intervista, ha sottolineato come il suo percorso spirituale sia stato un modo per superare il limite delle ideologie, scoprendo che la vera libertà nasce dalla fede in Dio e dal superamento del senso di colpa, una convinzione che considera fondamentale per la sua missione di predicatore.
Come docente e formatore, Pasolini continua a seguire novizi e ad animare incontri spirituali, esercizi di ritiro e momenti di accompagnamento pastorale, intrecciando fede e carità per offrire alla società e alla Chiesa una visione viva e attuale della spiritualità cristiana.