Non spiega soltanto il motivo per cui è giusto lodare Dio, ma indica anche come farlo: occorre trasformare profondamente il nostro modo di vivere davanti a Lui; porre la speranza in Lui, non in altri; contare su di lui, non in altri. Non confidate nei potenti…

Appoggiarsi a Dio significa negativamente, trovare il coraggio di rifiutare di piegarsi a quel modo di vivere che viene spesso proposto come l’unico degno dell’uomo intelligente, moderno, intraprendente; l’esaltazione della forza, la forza per emergere, la carriera ad ogni costo, il denaro, l furbizia, la compagnia dei potenti, il proprio interesse al di sopra di ogni altra cosa…

Positivamente appoggiarsi a Dio significa: il coraggio di vivere per valori completamente diversi: la solidarietà, la giustizia, la verità anche se scomoda, la fedeltà… il Cristiano non può non pensare al vangelo e alla sapienza e alle scelte di Cristo che si è identificato con gli ultimi.

Non è il ruolo che automaticamente salva, ma la risposta che ciascuno sa dare, con scelte significative di vita, nel ruolo e vocazione ai quali Dio lo ha chiamato.

Si può essere cattivi in ruolo buono (sacerdote e levita nella parabola del Samaritano); e si può essere buoni in un ruolo o situazione negativa (samaritano: ritenuto infedele) che significativamente viene chiamato “buon samaritano”.

Cristo stesso elogia o rimprovera fortemente e continuamente i suoi secondo come pensano e vivono e non  conta il fatto che sono suoi discepoli e stanno con Lui…

Oggi l’esigenza di autenticità si è fatta molto viva e si fa sempre più critica verso forme disimpegnate di culto. Una pastorale illuminata deve avere sempre davanti questo obiettivo: l’altare su cui la celebrazione deve consumarsi è il cuore dell’uomo…Cfr Paolo in Ga 2,20

Tutte le realtà vive che popolano la mia esperienza confluiscono nel rapporto di fede (la liturgia è un momento forte dell’esperienza di fede) e viceversa. La luce e la grazia di Cristo che fluiscono dai sacramenti si riversano sulla e la trasfigurano. Allora si può parlare di fede viva e di liturgia viva.

I grandi magnalia del tempo presente sono i sacramenti che, se celebrati bene, trasformano e trasfigurano la vita.

La nostra vita deve diventare una epifania del risorto che si deve esplicitare in uno sguardo nuovo sulla vita e sul mondo; un rapporto nuovo con gli altri; una sapienza e un clima nuovo che impregna tutta la nostra esperienza e che si chiama gioia.