Il vescovo di Assisi, Domenico Sorrentino, ha presentato una denuncia in Procura per una ciocca di capelli del giovane “patrono di Internet”, che sarà canonizzato il 27 aprile, messa all’asta sul web. Sulle piattaforme di marketplace sono moltissimi gli annunci di vendita, vietata dalla Chiesa, di (presunte) reliquie dei santi, dai vestiti alle ossa fino ai frammenti della colonna della flagellazione di Gesù. Abbiamo fatto un giro

Sul portale Subito.it si trova a 160 euro una reliquia del vestito che Santa Teresina del Bambino Gesù indossava quando morì, nel 1897. Per assicurarsi invece il «cuscinetto che è stato a contatto col corpo della santa», così spiega l’annuncio, bisogna sborsarne 3mila ma, è specificato, c’è tanto di «certificazione» a garanzia dell’autenticità. La reliquia si trova a Bojano (Campobasso). È possibile anche pagare in tre «comode» rate.

Da Cuneo, alla cifra di 250 euro, si può acquistare un «antico reliquiario multiplo entro contenitore argentato con al centro la reliquia di San Magno (non si dice il nome, ndr) contornato da quelle di San Giustino, San Pacifico, San Filoteo, San Clemente». Condizioni? «Ottime», assicura l’annuncio. Molto più a buon mercato i santini. Per un «lotto di 37 Santini religiosi» si spendono, in totale, 28 euro.

Anche sul sito Ebay non si scherza. Qui, anzi, gli annunci sono ancora più numerosi anche se gli oggetti sono più o meno sempre gli stessi: reliquie delle ossa, frammenti di abiti, cuscini dove il santo o la santa sarebbero morti, ciocche di capelli, teche e reliquiari in argento.

Un frammento delle ossa di Santa Teresa d’Avila costa 99 euro. Un utente che ha l’account “svuotiamolacantina” vende a 200 euro un «antico Reliquiario della Spina con sigillo ceralacca XIX secolo». Di quale spina si tratti non si sa perché nella foto che mostra il reliquiario vengono menzionati vari santi. Un’altra spina, probabilmente della corona di Gesù, viene messa in vendita a 99 euro.

Per 160 euro si può acquistare la reliquia di San Nicola di Bari o Sant’Agostino o San Filippo Neri o Santa Monica (la madre di Agostino) o San Giovanni Battista Scalabrini, ognuna, specifica l’annuncio, con «dichiarazione d’autenticità» che non chi sa da chi è emessa.

La reliquia del lenzuolo sul quale sarebbe spirato San Giuseppe Cafasso quota 10 euro.

Per 15 reliquie della colonna della flagellazione di Gesù più alcuni frammenti delle ossa degli apostoli (non si dice quali) si devono sborsare 800 euro, pagabili, specifica l’annuncio, in «tre rate da 266,67 euro a interessi zero».

La reliquia di una «RARA» (scritto in stampatello maiuscolo, ndr) reliquia della «fune di San Francesco d’Assisi» costa 120 euro. Moltissime, con prezzi che oscillano dai 50 ai 200 euro, le reliquie degli indumenti di San Pio da Pietrelcina mentre, sempre dello stesso santo, per una «reliquia I^ II^ Classe», qualunque cosa questo voglia dire, con «dichiarazione autenticità» inclusa, il prezzo sale a 4.900 euro. Cosa siano esattamente queste reliquie del Frate con le stimmate non si sa perché nella foto che accompagna l’annuncio si vedono monete, una corona del Rosario e un paio di foto in bianco e nero.

1.700 euro, invece, è il prezzo di una «reliquia importante (sic) di Sant’Atanasio del IV secolo». Leggermente più economica (1.500 euro) la «bottiglia antica di San Nicola con la manna». Per 1.200 euro si può acquistare un reliquario con 20 reliquie, tra cui quella del «Velo della Vergine Maria, di Sant’Anna, San Carlo, etc». Scritto proprio così. L’elenco potrebbe continuare a lungo.