Leone XIV firma l’Esortazione “Dilexi te” sull’amore verso i poveri

E’ il primo testo magisteriale del nuovo Papa. Il documento sarà reso noto giovedì ed è stato firmato nella solennità di Francesco d’Assisi, il santo della «povertà evangelica»
Ha al centro l’amore verso i poveri il primo documento magisteriale di Leone XIV. È l’Esortazione apostolica “Dilexi te” (“Ti ho amato”) che il Papa ha firmato questa mattina nella Biblioteca privata del Palazzo Apostolico alla presenza dell’arcivescovo Edgar Pena Parra, sostituto per gli affari generali della segreteria di Stato. Data non casuale quella scelta da Leone XIV: infatti oggi la Chiesa celebra la solennità di Francesco d’Assisi, patrono d’Italia e, come ha detto lo stesso Pontefice durante l’udienza giubilare di stamani in piazza San Pietro, il santo che ha scelto «la povertà evangelica».

Papa Prevost è tornato più volte sul tema della povertà nei primi cinque mesi del pontificato: povertà non solo materiale ma anche spirituale. «La più grave povertà è non conoscere Dio», ha scritto nel Messaggio per la Giornata mondiale dei poveri datato 13 giugno. E aggiungeva: «Tutti i beni di questa terra, le realtà materiali, i piaceri del mondo, il benessere economico, seppure importanti, non bastano per rendere il cuore felice». D’altro canto, è il Vangelo che chiama a farsi Buon Samaritano. «I poveri non sono un diversivo per la Chiesa, bensì i fratelli e le sorelle più amati, perché ognuno di loro, con la sua esistenza e anche con le parole e la sapienza di cui è portatore, provoca a toccare con mano la verità del Vangelo». E chiariva: «Dio ha assunto la loro povertà per renderci ricchi attraverso le loro voci, le loro storie, i loro volti. Tutte le forme di povertà, nessuna esclusa, sono una chiamata a vivere con concretezza il Vangelo e a offrire segni efficaci di speranza».

Il Papa ha indicato anche lo stile della Chiesa. Lo ha fatto durante il Giubileo dei vescovi a fine giugno dicendo che occorre vivere «la povertà evangelica», avere «uno stile semplice, sobrio e generoso, dignitoso e nello stesso tempo adeguato alle condizioni della maggior parte del suo popolo». E, nella Messa in cui sono stati proclamati santi Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis il 7 settembre, ha ricordato: «Hanno vissuto questo amore per Gesù Cristo soprattutto nell’Eucaristia ma anche nei poveri, nei fratelli e nelle sorelle».