
Dagli appelli del Pontefice, la risposta pronta dei cattolici. A Santa Maria in Trastevere, infatti, come una voce unica e armonizzata ieri era presente il «mondo cattolico italiano nelle sue variegate espressioni e sensibilità», come ha sottolineato Bassetti, presenza discreta ma viva che ha rappresentato «un segnale potente che nessuno dovrebbe sottovalutare». Come cattolici, ha aggiunto il cardinale, «siamo parte di questo movimento pluriforme che vuole il cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi. Lo siamo con ciò che più intimamente e al tempo stesso più politicamente dà senso alla nostra vita: la chiamata a contemplare, in obbedienza alla Parola del Signore, la presenza del Regno di Dio che viene, che è già e non ancora, in questa tensione che raccoglie l’angoscia per l’orrore cui assistiamo e la speranza che non arretra».
All’iniziativa di Sant’Egidio, infatti, hanno risposto in pochissimo tempo, tra le sigle cattoliche, anche le Acli, Agesci, Azione Cattolica, Comunione e Liberazione, Comunità Papa Giovanni XXIII, e ancora il Movimento dei Focolari e Rinnovamento nello Spirito Santo. «Voi rappresentate il mondo cattolico italiano nelle sue variegate espressioni e sensibilità: – ha sottolineato Bassetti – e il fatto che siamo raccolti insieme è un segnale potente che nessuno dovrebbe sottovalutare». Ciascuna associazione, poi, ha letto una preghiera di intercessione per la pace.
Nell’anno del Giubileo, però, i credenti sono ancor più esortati a non perdere la speranza, anche quando tutto sembra perduto, e ad essere uomini e donne “operatori di pace”. Sulla presenza dei “miti” che sono ultimo baluardo di speranza in Terra Santa, è intervenuto ieri sera in videomessaggio anche il cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei latini, ringraziando i presenti per la preghiera. In questi mesi di violenza e guerra, a colpire il cardinale è la presenza silenziosa ma vitale dei “miti”, proprio perché oggi a «dominare il mondo e a ereditare la Terra» sembrano piuttosto la forza e la potenza.
L’ultimo appello di Bassetti è stato poi ai rappresentanti delle nazioni, parti in causa nel conflitto o interlocutori di possibili negoziati. «Non è lecito ingannare i popoli: la pace e la sicurezza non sono garantiti dalla guerra, dal riarmo, dalla chiusura egoistica verso i poveri. – ha sottolineato – Non chi vince la guerra, ma solo chi vince la pace costruisce la pace: bene fragile, custodito dalla solidarietà, dalla giustizia e (noi cristiani dobbiamo gridarlo) dal perdono». Dalla veglia di ieri, l’invito agli uomini di buona volontà è chiaro: essere «animatori» di una cultura di pace, mitezza e fraternità. Citando un messaggio del teologo Martin Buber a Giorgio La Pira, politico cattolico, il cardinale ha esortato i credenti in particolare a parlarsi «come solo loro sanno fare». Tutti i credenti che «in questo momento caotico», vedono «in comune la realtà della situazione umana e tendono in comune verso un consorzio comune umano. Che si aiutino a guardare, a desiderare, a parlare veramente, che si ascoltino veramente e allora i popoli li seguiranno e i governi seguiranno i popoli».