Per chi soffre lunedì 15  settembre c’è il Giubileo della consolazione: come funziona

Voluto fortemente da Francesco, l’appuntamento prevede la partecipazione di quasi 9mila persone da 115 Paesi. Alle 17 nella Basilica di San Pietro la veglia di preghiera presieduta da Leone XIV

Don Giuseppe Iuculano tutti i sabati e le domeniche mattina aspetta nella cappella “Gesù risorto” a Roma, accanto al cimitero Laurentino, le mamme, i papà e i nonni che tornano dalle visite alle tombe dei propri cari. «Quando arrivano, come comunità “Scintille di speranza”, gli offriamo la colazione e parliamo con loro – spiega il cappellano del cimitero –. Il nostro è un gruppo che fa “pastorale della consolazione”, come ha più volte chiesto papa Francesco, che è passato a trovarci il 2 novembre 2024». Lunedì prossimo il sacerdote, con una ventina di persone della comunità, che hanno subito un lutto in famiglia, parteciperà alla veglia di preghiera del Giubileo della consolazione, nella Basilica di San Pietro, presieduta alle 17 da papa Leone XIV.

Tra i pellegrinaggi previsti alla Porta Santa di San Pietro durante la mattina, e il momento di preghiera, sono attese per il Giubileo circa 8.500 persone, provenienti da 115 Paesi del mondo, dall’Italia alla Germania, dalla Spagna agli Stati Uniti, dal Brasile all’Argentina, fino all’Australia. Prenderanno parte alla speciale giornata giubilare anche molte associazioni e fondazioni che si occupano di accompagnare chi ha bisogno di supporto e cure. Tra queste anche l’associazione “Figli in cielo”, che propone percorsi per le famiglie che hanno sperimentato la perdita prematura di un figlio; l’associazione Villa Maraini, che si occupa di percorsi terapeutici per chi soffre di tossicodipendenza, abuso di alcol, gioco d’azzardo; l’Associazione italiana vittime e infortuni della strada, onlus che offre opportunità di supporto psicologico e burocratico. Avranno l’occasione di salutare Leone XIV anche due famiglie che in questo periodo abitano gratuitamente nella Casa Famiglia Paolo VI, che accoglie nuclei familiari che si trasferiscono a Roma per le cure oncologiche dei figli. «Sarà una grandissima emozione – dice Andrea Longinotti, che con sua moglie Ludovica coordina la struttura –. Consolare è quello che noi facciamo quotidianamente quando varchiamo il cancello d’ingresso della casa: donare sorriso e portare normalità laddove questa non esiste». Grazie ai volontari, aggiunge, «aiutiamo i piccoli nello studio, tentiamo di distrarli dalle cure con giochi e gite, e poi accogliamo anche il resto della famiglia a nostre spese, perché abbiamo visto che il ricongiugimento familiare è un elemento fondamentale per il percorso di cura».