Il cristianesimo è la vita in Cristo. E Cristo non si ferma mai alla negazione, al rifiuto. Siamo noi che, allontanandoci dallo spirito evangelico, abbiamo caricato l’uomo di tanti fardelli. Il cristianesimo non è caratterizzato tanto da proibizioni: perché è vita, fuoco, creazione, illuminazione, risurrezione. La vita di Gesù che “passò tra gli uomini facendo del bene” (At 10,38) è stata una vita anche umanamente bella. Cristo ha vissuto la sobria povertà che non si immiserisce e né si abbrutisce, ma fa assumere uno stile di vita dignitoso. Abitato dal desiderio di testimoniare il Padre, ha vissuto la sua missione, lasciando spazio alle umane relazioni di amicizia; ha riunito attorno a sé uomini e donne con cui vivere la comunione fraterna e l’annuncio della Buona Novella.

 Si tratta di una dimensione fondamentale della nostra spiritualità, della nostra vita quotidiana e del nostro progetto formativo e del nostro progetto apostolico, messo molto bene in risalto in un brano della Prima lettera di Pietro: molto significativa l’esortazione che Pietro rivolge ai cristiani nella prima sua Lettera, più che mai valida e provocatoria per noi religiosi: «Abbiate in mezzo ai pagani una condotta bella (kalé)» (1Pt 2,12), un bel comportamento. I cristiani, pur dovendo compiere una rottura con la mondanità, hanno il dovere di vivere in modo bello, di avere una vita bella, buona e beata, a immagine di quella di Gesù. Ma occorre leggere questo versetto per quello che esso dice, e accettare che qui non si usi l’aggettivo agathós, «buono», bensì kalós, «bello»: si raccomanda che le opere dei credenti siano kalá, ossia opere che appaiono belle, umanamente belle, agli occhi dei pagani. In Tt 2,11-12, non a caso la pericope proclamata liturgicamente nella notte di Natale, si legge che nella nascita di Gesù «è avvenuta l’epifania della grazia di Dio… per insegnarci a vivere in questo mondo» (Tt 2,11-12). Non si dimentichi tale affermazione! Gesù è venuto certamente a salvarci, ma egli è venuto anche a insegnarci a vivere in questo mondo, a mostrarci la vera vita umana, vissuta come opera d’arte, come capolavoro. Sì, la vita cristiana è una «vita differente»: per questo è contestata, e proprio in questo è rivelatrice, vera sfida all’indifferenza regnante tra gli uomini.

“Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo” (Gv 17,3). Tutta la vita cristiana è come un grande pellegrinaggio verso la casa del Padre, di cui si riscopre ogni giorno l’amore incondizionato per ogni uomo. Tale pellegrinaggio coinvolge l’intimo della persona allargandosi poi alla comunità credente per raggiungere l’intera umanità.