
“La lettura deve essere fatta ascoltando nella fede, interpretando nello Spirito Santo e tendendo alla carità, all’incontro personale con il Signore”.
Lettura “esistenziale”, “popolare”, “strutturalista”, “psicanalitica”…; modello “aneddotico-moraleggiante”, “della verità confezionata in formule”, “didattico-ambientale”…
La lettura e il modello validi sono quelli della lettura ampia della parola di Dio, che realizza e sottolinea la presenza salvifica di Dio nella storia. Sono presenti vari elementi: serietà esegetica, lettura ecclesiale, fedeltà al testo, sforzo di attualizzazione. Gli altri modelli e letture sopra elencati, sono parziali, incompleti, inadeguati. È fondamentale evitare che la “lectio” diventi DISPUTATIO con tutte le conseguenze negative che possiamo immaginare…
Il Vangelo stesso delinea il progresso di questo itinerario, distinguendo tra
- Coloro che “ascoltano la Parola e la comprendono” (Mt 13,23): è la Lectio…
- Coloro che “ascoltano la parola e la accolgono” (Mc 4,20): sono la Meditatio e l’Oratio…
- Coloro che “ascoltano la Parola con cuore buono e perfetto e la custodiscono” (Lc 8,15): è la Contemplatio; la Parola dimora nell’uomo e approda alla vita…
- Coloro che “ascoltano la parola, la interiorizzano, la comprendono e la mettono in pratica” (Mt 7, 21-27; Lc 8, 21…): è la “discretio”, “deliberatio” e “l’”actio”…
Mt 7,7
Cercate nella lettura e troverete con meditazione; picchiate nella preghiera, entrerete nella contemplazione; chiedete e riceverete: chiedete lo Spirito, riceverete la capacità di leggere e di essere trasfigurati.
È un metodo simile al metodo paolino di don Alberione (Gesù Verità: ascolto profondo della Parola; Gesù Via: confronto della nostra vita alla luce del messaggio della Parola); Gesù Vita: preghiera per riuscire ad attuare quanto abbiamo capito che dobbiamo cambiare nelle scelte concrete di vita…
La lettura produce assiduità, l’assiduità produce familiarità e la familiarità produce ed accresce la fede. Non si può essere dei distratti spigolatori della Bibbia, ma in essa occorre immergersi, fare corpo con essa, diventare con essa così familiari da possederla nella profondità di noi stessi e da ritenerla come memoria che ci rende liberi, gioiosi e capaci di agape-comunione (cfr. Magnificat di Maria).