…”perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: ‘Egli ha preso le nostre infermità e si è addossato le nostre malattie’ (cf. Is 53,4). Tutta l’opera di Gesù è vista come compimento del destino sofferente del servo di JHWH, che nell’addossarsi solidarmente le infermità dell’umanità, le toglie di mezzo. (miracoli, guarigioni, commozione perché le persone della folla “erano come pecore senza pastore” Mc 6,34). Tutta la sua prassi va nel senso di un amore riparatore che restituisca dignità alle persone (dignità fisica e morale).

Che cosa, quale forza straordinaria ha trasformato in oblazione un evento a cui mancavano tutte le condizioni prescritte per costituire un’oblazione?

  • Non si tratta più di un’offerta esterna, ma personale
  • Non è più un’oblazione convenzionale, ma esistenziale, che assume tutte le realtà della vita, anche le più tragiche
  • L’offerta non è più bruciata con il fuoco materiale, ma con quello dell’amore (SP Santo)
  • Non tende a modificare l’atteggiamento di Dio, ma modifica l’uomo che offre, rendendolo docile a Dio
  • Non pretende di “nutrire”, di “placare” Dio o di arricchirlo, ma è diretta al bene del prossimo, secondo il dinamismo della misericordia divina

“Si condivide il destino di Gesù che ha offerto se stesso e si condivide il destino di tutti i fratelli della comunità che non sono capaci di fare questo passo. La riparazione è sostituirsi con l’amore alle persone che quest’amore non riescono ad esprimere sia per colpa, sia per incapacità, sia per qualunque altra situazione. Allora, in questo caso, nella comunità cristiana il concetto e la mozione di riparazione non vanno interpretati come se Gesù fosse indignato e andasse trattenuto nella sua ira, ma, piuttosto […] come un bisogno di essere accanto a quei fratelli che, per un motivo o per un altro, non riescono ad esprimere la riconoscenza del loro cuore nei confronti di Dio. Ecco perché la riparazione è salvezza per questi fratelli; è salvezza perché noi li teniamo presenti di fronte a Dio, noi li sostituiamo tenendoli accanto”