
Il vescovo di Molfetta apriva il suo cuore con l’amico sacerdote-poeta per confessare le sue difficoltà ad essere presente a Tricase, dove Turoldo era in visita.
Don Tonino, infatti, era stato richiamato dai suoi Superiori per i suoi duri sermoni contro i fautori della Guerra del Golfo. Siamo nell’ottobre 1987.
Da Molfetta, Don Tonino scriveva a Padre David: «La gioia di saperti onorato dalla mia Tricase pareggia e sopravanza l’amarezza di non poter essere presente alla festa che gli amici ti faranno. Trasformerò in preghiera il mio disappunto, così come tu trasformi in poesia l’affanno delle cose e l’asprezza del quotidiano».
(Mi aiuti a comprendere) che «si può amare Dio con cuore di carne: non con vaporosi sospiri di angeli, ma con accenti intrisi di terra, infocati di passione, vibranti di gaudio, di dolore, di morte».
La tua poesia mi fa capire che si può amare la carne con cuore di Dio: la carne della storia, anzi della cronaca bianca e nera, la carne dei poveri e dei crocifissi. Col sentimento del debitore che sa di doverti tanto, ma che non può restituirti nulla, se non un’amicizia senza limiti.
Padre David: «Mi dicono che sei stato richiamato per le tue scelte, per i tuoi interventi: che non è bene parlare troppo contro le armi; che non è bene intervenire contro la tragicommedia del Golfo, eccetera…non solo ti sono vicino, ma oso perfino darti un consiglio: a maggior ragione intervieni, intervieni sempre di più; e insieme di’ che sei stato richiamato, dillo pubblicamente; perché di questo hanno paura. Sono anche vili, come sappiamo».
Don Tonino, non restare in silenzio: Se non intervieni, e non dici pubblicamente come stanno le cose, ti andrà sempre peggio. E loro diventeranno sempre più arroganti. Appunto perché sono vili: cioè, forti coi deboli e deboli coi forti.
Non scoraggiarti …
Per amore dei poveri e della verità; e cioè per amore della Chiesa e della pace, non scoraggiarti, caro fratello vescovo!