
La speranza non è gratis, nulla lo è per noi che non siamo più nel primigenio giardino di Eden dove non si doveva lavorare perché c’era chi pagava per tutti, ma siamo sul duro suolo terrestre dove ci dobbiamo guadagnare da vivere con il nostro faticoso lavoro, il che vale a tutti i livelli, speranza di vita eterna compresa.
Per poter sperare lecitamente in essa è necessario presupporre il compimento del dovere che spetta a un essere umano in quanto essere umano. Se uno non fa ciò che deve fare come essere umano, è stabilito a priori che non gli sia lecito sperare.
La questione della speranza diviene lecita solo a condizione che il dovere di essere umano in quanto agente morale e responsabile sia stato preso sul serio e adempiuto in coscienza. Se no, no.
A un essere umano che non si comporta come essere umano, che non attiva in sé «l’umano nell’uomo», non è lecito sperare alcunché; la disperazione, soggettiva e oggettiva, sarà il suo esito naturale.